Cosa sono e a cosa servono gli stress test
Nell’attestazione del piano di risanamento vengono in aiuto del professionista gli stress test, analisi che attraverso lo studio del comportamento di determinati elementi permettono di valutare l’intera tenuta del piano stesso. Potranno essere oggetto di stress test le variabili che influenzano la marginalità come i ricavi, i costi di acquisto delle materie prime e delle lavorazioni esterne, gli elementi che compongono il capitale circolante netto commerciale, nonché l’eventuale impossibilità di accedere a fonti di finanziamento previste.
Come devono essere utilizzati gli stress test per individuare le aree di pericolo?
Quali sono gli elementi di stress dell’azienda?
L’analisi di sensitività consiste nel valutare gli effetti sui risultati forniti da un modello al variare delle condizioni di base che l’hanno generato.
Solitamente queste analisi si definiscono “per scenari” (futuri), laddove uno scenario rappresenta una delle possibili combinazioni di valori assunti dalle variabili indipendenti. Per questo motivo, sono anche chiamate analisi “what if”, in quanto permettono di osservare i cambiamenti del modello al variare dei valori di specifici parametri decisionali.
L’obiettivo delle analisi di sensitività, qualunque sia il campo di applicazione, è valutare la robustezza [una decisione risulta robusta quando rimane valida al variare dei dati di base ai quali è stata presa] di un modello e delle decisioni da prendere per realizzarlo, focalizzando l’attenzione solamente sulle scelte che permettono un controllo più serrato.
Il piano industriale (o di risanamento) diventa, nel presente contesto, il modello da analizzare scrupolosamente in riferimento alle variabili che ne determinano il successo o l’insuccesso, ovvero la possibilità di raggiungere o meno gli obiettivi dichiarati.
Lo scopo delle analisi di sensitività è proprio quello di verificare la “tenuta” delle ipotesi fondamentali del progetto industriale ipotizzando cambiamenti significativi delle variabili fondamentali che presentano contemporaneamente due caratteristiche essenziali: un’importanza, con riferimento agli obiettivi da raggiungere, e una variabilità maggiore rispetto alle altre variabili considerate.
Quando un’azione strategica manifesta ambedue le caratteristiche, il suo possibile scostamento rispetto alle previsioni contenute nel piano deve essere valutato per capire gli effetti sul progetto nel suo complesso.
Ogni scenario, quindi, comprende un set omogeneo di variabili chiave i cui valori identificano i diversi sviluppi del piano e determinano, in base al segno delle variazioni, il worst case, il base (o average) case e il best case. Chiaramente, il base case è l’espressione del piano che, sviluppato secondo il principio di prudenza, rappresenta uno scenario di media probabilità.
Set di variabili chiave e stress test
Il set di variabili chiave sul quale applicare gli stress test varia non solo a seconda delle caratteristiche dell’azienda, del contesto e del progetto industriale ma anche a seconda delle esigenze per cui il piano è stato redatto.
Nel caso di un piano di risanamento, il terzo comma lett. d) dell’art. 67 l.f. prevede che un professionista indipendente designato dal debitore, iscritto nel registro dei revisori legali ed in possesso dei requisiti previsti dall’art. 28, lettere a) e b) della l.f. attesti la fattibilità del piano stesso.
Nello svolgimento delle sue attività l’attestatore dovrà pertanto rendere oggetto di stress test gli elementi che, per importanza e variabilità, influenzano, direttamente o indirettamente, l’intera tenuta del piano.
Così come riferiscono i Principi di attestazione dei piani di risanamento, “l’attestatore effettua una ricognizione delle variabili critiche (competitive e gestionali) che più sono in grado di esercitare un influsso sulla creazione di valore, sull’equilibrio finanziario e sul risanamento della posizione debitoria.
Ad esempio, potranno essere oggetto di stress test le variabili che influenzano la marginalità come i ricavi, i costi di acquisto delle materie prime e delle lavorazioni esterne, gli elementi che compongono il capitale circolante netto commerciale (DPO, DSO e DIO), nonché l’eventuale impossibilità di accedere a fonti di finanziamento previste.
Un esempio di applicazione di stress test
L’azienda Alfa opera nel settore metalmeccanico, svolgendo lavorazioni conto terzi.
Negli ultimi anni, la mancanza di un solido progetto industriale ha lentamente ridotto il fatturato della società e provocato le prime perdite di esercizio, con conseguente riduzione del patrimonio netto e diminuzione della disponibilità di risorse finanziarie.
Nonostante la situazione non configuri ancora uno stato di vera e propria crisi, questo decorso ha attirato l’attenzione degli istituti di credito che hanno incoraggiato la redazione di un piano di risanamento ex art. 67.
Tramite il piano è stato definito un nuovo progetto industriale le cui variabili chiave possono essere così sintetizzate:
- incremento dei ricavi di vendita secondo uno specifico mix clienti/prodotti;
- miglioramento delle poste del capitale circolante netto commerciale;
- previsione dell’acquisto di nuovi macchinari che consentono di offrire nuove tipologie di lavorazioni;
- concessione di nuove linee di credito in varie forme tecniche (ad es. l’anticipo contratti) da parte delle banche;
- erogazione di finanziamenti a medio termine, da parte delle banche, per effettuare i nuovi investimenti programmati.
Per agevolare il lavoro del professionista, chiamato ad attestare, oltre che la veridicità dei dati aziendali, la fattibilità del piano, gli stress test si sono concentrati, in particolare, sui punti 1), 2), 4) e 5), definendo compiutamente uno scenario “worst case” in grado di evidenziare il “punto di rottura” del piano stesso.
Nel presente esempio, questo limite potrebbe essere individuato nell’impossibilità di generare flussi di cassa sufficienti a garantire il rimborso dei finanziamenti a medio termine e nell’evitare lo sconfinamento rispetto agli affidamenti a breve in essere.
In particolare, per quanto riguarda il primo punto, il fattore di stress utilizzato è il calo dei ricavi di vendita partendo dalla variazione del mix di prodotti venduti/categoria di clienti serviti. In particolare, è stato ipotizzato un effetto più contenuto delle nuove strategie commerciali con conseguente diminuzione dei ricavi di vendita e della marginalità complessiva.
Questa precisazione è fondamentale perché le diverse marginalità derivanti dalle modificazioni delle combinazioni prodotti venduti/categoria di clienti serviti si ripercuotono sul generale andamento della finanza aziendale.
Concretamente, non si è provveduto solamente a decurtare una determinata quota di ricavi, ma è stata prodotta una simulazione delle dinamiche della marginalità e della finanza legate alle nuove combinazioni prodotti venduti/categoria di clienti serviti (ognuna con le proprie condizioni in termini di DSO).
Relativamente il secondo punto, il fattore di stress consiste, coerentemente con il cambiamento indicato nel primo, nell’allungamento dei tempi di incasso. Ad ogni categoria di clienti, infatti, corrispondono specifiche condizioni di incasso che, nello stress al primo punto, sono state modificate prevedendo condizioni di incasso peggiorative che impattano negativamente sul ciclo monetario aziendale.
Il fattore di stress utilizzato in relazione al quarto punto di cui sopra è determinato dall’impossibilità di reperire tutta la finanza necessaria a coprire gli investimenti ma solamente di una parte, complicando così, ancora una volta, la gestione della cassa a breve.
L’ultimo elemento di stress utilizzato è quello legato all’impossibilità di attivare nuove linee di autoliquidante a breve previste per sostenere l’aumento di fatturato.
Conclusioni
Nell’esempio riportato gli stress test hanno permesso all’attestatore di indentificare la fattibilità del piano di risanamento, consentendogli il rispetto di quanto previsto dalla norma.
Questo particolare tipo di analisi di sensitività non deve essere concepita solamente al servizio dell’attestatore nello svolgimento delle sue attività, ma rappresenta uno strumento di grande utilità per advisor industriali e finanziari che, eventualmente incaricati del monitoraggio del piano di risanamento, possono così intercettare, per tempo, i trend che spingono verso le zone di pericolo evidenziate dagli stress test.
Articolo scritto da